Ovvero i meccanici di una volta.
Dopo 2 giorni di giri su asfalto questa mattina ho fatto il pieno alla Alp e di buon’ora sono partito in solitaria per un lungo giro sui colli Umbri. Lungo giro perché volevo fare il punto con calma su un anello che stò mettendo a punto da tempo e perché i miei 2 soliti compagni di merende avevano degli impegni. Questa è stata la causa scatenante del problema che mi ha colto nel primo pomeriggio, in quanto uno dei compagni è quello che porta sempre dietro i “ferri” e soprattutto rimedia alle forature. Puntualmente quindi ho bucato la gomma posteriore (che non avevo provveduto a gonfiare dopo l’ultima uscita fangosa) La pizzicata è avvenuta durante l’ascesa in una zona particolarmente remota e dopo aver disceso il monte sassoso con la ruota a terra mi sono dovuto sorbire una decina di km di asfalto prima di arrivare ad un centro abitato formato da 2 case ed una bottega nella quale mi sono dissetato ed ho chiesto informazioni su un gommista. Mi è stato detto che il primo gommista purtroppo era abbastanza lontano e sicuramente il mio copertone, già maciullato non ci sarebbe arrivato e forse nemmeno il cerchio. Uno dei gestori ha aggiunto che l’unica possibilità per me sarebbe stata quella di fare un altro chilometro e mezzo circa ed arrivare ad un altro gruppo case dove c’era uno che “ripara le moto” potevo tentare, ma lui comunque mi sconsigliava di fermarmi perché si tratta di un tipo fatto un po’ “a modo suo” in zona questa definizione stà per estremamente scorbutico ed incline a prendere a male parole gli estranei. Non avendo scelta, mi avvio verso questa località ed arrivo in una specie di zona industriale ad una ventina di km dalla periferia nord della città, ma praticamente in campagna, e seguendo le indicazioni individuo in una porzione di capannone a fianco di un grande mobilificio chiuso da tempo. Davanti all’officina due Puch, una 80cc dei primi anni 70 ed un 347 gialla con motore Rotax tutta messa giù da gara. Conosco il proprietario di quest’ultima ma rimango inquieto, soprattutto osservando l’interno dove giacciono 3 o 4 Ktm anni 70 in vari stadi di restauro ed una Honda 750 Four senza motore. L’unica moto diciamo abbastanza contemporanea è una Suzuki 350 da Rally tutta impolverata ed abbandonata in un angolo, Conosco anche questa perché ha l’adesivo del Motoclub Umbria e sul faro la targa ed il numero dell’ultima sfortunata manifestazione alla quale ha partecipato (Anabasi …..)
Il padrone dell’officina indossa una tuta blu di quelle dei meccanici di una volta ed anche se è abbastanza giovane ha l’aria, le movenze e la barba di uno che la sa lunga e non ama perdere tempo, solleva lo sguardo dai quattro cilindri della Honda che ha sul bancone e mi dice che ha solo una camera d’aria rinforzata da 4mm e che se la monto da solo costa 36,00 euro. Io deglutisco e gli dico che sono cotto e magari gli smonto la ruota ma a cambiarla impiegherei troppo, poi gli chiedo se la Puch fuori è di Giampiero, al che lui risponde di si e che è quella in testa al campionato di regolarità d’epoca e che lui restaura moto e cura tutti i mezzi da regolarità dell’Umbria che hanno proprietari con qualche velleità sportiva. Il fatto di aver riconosciuto la Puch che lui cura per l’idolo locale fa si che immediatamente passa al tu e seguendo il mio sguardo prende una delle tante camere d’aria usate che ha attaccate al muro, e mi dice che non è conveniente spendere i soldi per una nuova, abbaia qualche ordine al suo apprendista che mi prende la moto, smonta la ruota, cambia la camera a mano con un paio di ferri, la rimonta ed ingrassa pure la catena in circa 5 minuti e poi scompare nuovamente dietro un ktm 250 modello Moiseev quasi completamente rimontato. Mentre aspetto che il proprietario mi degni di attenzione per chiedere il conto osservo bene gli scaffali dove oltre alle camere usate ci sono gomme e cerchi di ogni tipo, tamburi, ganasce, serbatoi di Ktm, Puch, Villa, 2 o tre motori 4T di XT non meglio identificati, telai, leve ed altro ancora. Assieme a poster e locandine delle Valli Bergamasche e del Mototrip. Alla fine il conto è di 15,00 euro ed il proprietario mi congeda con una stretta di mano che ancora mi fa male.